LIBRO. PENSIERI DI CARTA

Un libro è un corpo inanimato con un suo “odore“, una bella presenza, un’anima gentile, vibrante, ammaliante, magica e reale allo stesso tempo, essenza di un’insieme di parole portavoce del pensiero narrante e del cuore pulsante di scrive, impresse su un materiale effimero, indifeso ma insostituibile: la carta.
La storia del libro cartaceo (portatore sano di conoscenza, un virus ampiamente combattuto nei secoli ma ancora invitto) ha la sua genesi in Cina e scaturisce dall’eccessivo peso dei libri e volumi che lo studioso cinese Hui Shi, vissuto intorno al quattrocento A.C doveva portarsi dietro nei suoi spostamenti, il quale richiedeva l’utilizzo di ben cinque carri. Tale fardello era dovuto a materiali pesanti e poco pratici impiegati nella fabbricazione dei supporti su cui scrivere come legno e bambù. Secoli dopo nel centocinque D.C il cinese Cai Lun, un funzionario etiope alla corte dell’imperatore He, ebbe un’intuizione vedendo scorie di tessuto essiccate a causa del calore del sole lasciate in una piccola insenatura di un fiume da donne intente a lavare panni. La combinazione di corteccia d’alberi, fibre di tessuto e rete da pesca macerati furono gli ingredienti di un nuovo materiale, la carta. L’invenzione rese Cai Lun ricco, famoso e Marchese, titolo assegnatogli con tutti gli onori dall’imperatore, e cambio in maniera radicale, a sua totale insaputa, il modus vivendi delle persone nei secoli successivi dalla Divina Commedia al bigliettino lasciato appiccicato al frigorifero per non scordarsi di un appuntamento o di fare una tale cosa… in generale ha avuto un impatto senza precedenti sulla cultura legata alla diffusione di opere letterarie e scritti di ogni genere, negli scambi commerciali, nella religione, nella vita sociale di tutti i giorni, nell’interazione di popoli e politiche nazionali diverse.

OCCIDENTE

In occidente l’invenzione di Cai Lun arriva molti secoli dopo, intorno al mille D.C, attraverso un percorso tortuoso di cui sono protagoniste la religione e la guerra: un monaco di nome Doykio porta il suo credo in Giappone per mezzo di libri di carta introducendo un materiale che gli artigiani del Sol Levante assimilano e perfezionano utilizzando una pasta estratta dalla corteccia del gelso. Tempo dopo nella battaglia tra Arabi e cinesi nel settecentocinquantuno D.C un cartaio viene fatto prigioniero e condotto a Samarcanda in Medio Oriente.

Da lui gli Arabi carpiscono i segreti della fabbricazione della carta introducendola in Europa tramite le conquiste delle terre in Spagna e Italia. Le parole impresse su carta diventano veicolo di diffusione di conoscenze diverse; Oriente e Occidente si avvicinano gettando i semi di un mondo globalizzato.
Prendere da uno scaffale un libro, aprirlo, sfogliarne le pagine, discorrerne le frasi annotando a margine le proprie riflessioni; tenerlo fra le mani e il petto portandolo con sè da un luogo a un altro, che sia una camera, un posto solitario all’ombra di un albero, un’assolata spiaggia o una silenziosa biblioteca ci fa essere partecipe di un rito millenario, in un percorso a ritroso nel tempo perduto, in totale interconnessione con noi stessi.

Paolo Marra

Massi

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