IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

Il silenzio è stata forse la caratteristica da subito avvertita con più forza, con più inquietudine, con più incredulità dalla gente, nel periodo “#iorestocacasa” durante l’emergenza causata dal Covid-19. Un silenzio irreale costruito dall’assenza di auto, di mezzi che giravano, e soprattutto, di persone.

Un silenzio rotto dai canti o dai concerti improvvisati sui balconi, dagli applausi per gli operatori degli ospedali o per chissà chi, per poi ricalare inesorabilmente quando tutto terminava.

Dapprima è stato un silenzio assordante, opprimente, destabilizzante, al quale non eravamo assolutamente preparati, non sapevamo cosa fosse, tranne per chi ha la sana abitudine di recarsi in luoghi ameni lontano da civiltà chiassose, maleducate e becere. Poi, con l’andar del tempo quel silenzio si è avvicinato sempre di più, si è accostato a noi e ci ha accompagnato diventando per chi un amico, per chi un complice e per chi invece un’ossessione.

Un amico e compagno fedele lo è stato per gli animali che si sono ripresi i propri spazi, anzi, li hanno allargati fino a conquistare le nostre città chiassose, maleducate e becere.

Il silenzio non è maleducato, può accompagnare un momento di tristezza e di dolore, come nel caso di coloro che hanno perso i propri cari in questo periodo, ma lo fa in modo non urlato consegnando il valore della Dignità a coloro che vittime o no ne fanno uso attingendovi gratuitamente come si attinge acqua da un pozzo per dissetarsi.

Il silenzio mi mancherà, così come mancheranno coloro che non ci sono più a chi invece è rimasto in vita e per i quali almeno per un istante sarebbe bene tacere.

Quel assenza di rumori ci ha trasportato in un mondo a noi sconosciuto, ci ha aperto le porte a universi di cui ignoravamo l’esistenza e ha cambiato forse definitamente alcune nostre abitudini.

L’errore è cercare di trovare il colpevole nell’altro sperando e convincendoci che qualcuno ci giudichi innocenti.

L’errore è il non essersi goduti nemmeno per un istante, per chi avrebbe potuto, quel Silenzio che lentamente sta abbandonando le nostre vite lasciando il campo alla sola cosa certa che rimarrà, l’invadente incertezza.

Massimiliano Bosco

Massi

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