CON-TATTO A BERLINO

Wim Wenders, il regista di “Il cielo sopra Berlino”, “Così lontano così vicino”, “Lisbon Story” e di “mille” altri lungo e corto-metraggi, in una recente ’intervista dichiarò che l’attuale pandemia, o come diavolo uno vuole chiamarla, tra i cinque sensi è riuscita nell’impresa di colpire quello più social di tutti, ovvero il tatto.

Mi chiedo cosa sarebbe successo il nove novembre del millenovecentottantanove allorché la caduta del muro di Berlino sancì definitamente la fine della guerra fredda e consentì, grazie all’apertura quasi involontaria delle frontiere cittadine, a centinaia di abitanti di Berlino est di riversarsi nei luoghi così tanto desiderati ed abbracciare, tra fiumi di birra, i concittadini che li aspettavano festanti nella parte occidentale.

Un abbraccio atteso ventotto anni, il con-tatto agognato più di un quarto di secolo da figli, padri, madri, parenti e amici vari che avevano lasciato dall’altra parte gli affetti più cari.

Da quel momento però la città tedesca sarebbe definitivamente cambiata, quella che era stata la “capitale” che ha influito artisticamente in maniera profonda su personaggi come David Bowie, Iggy Pop, Lou Reed ad altri, non sarebbe stata più quella, Berlino avrebbe puntato decisamente alla modernità diventando la “capitale” dell’architettura, del design e meta di giovani artisti.

Nella puntata di lunedì sedici novembre duemilaventi parleremo di Berlino e delle sue molteplici sfaccettature.   

Per ascoltare la diretta basta cliccare su radiogodot.it o tramite app. radiogodot

Massimiliano Bosco

Foto: Massimiliano Bosco, Check-Point Charlie, Berlino nov. 1997

Massi

Lascia un commento